… e quando tutto intorno tace
e nella sera l’ultimo stridio si attutisce
e le tue membra stanche cercano riposo
ecco che la tua voce rintona da lontano
le orecchie non vogliono più ascoltare
gli occhi vogliono ripararsi sotto le palpebre
che ormai stanche premono su di loro
e come per incanto, lentamente
un dolce torpore invade il corpo
e pian piano, dolcemente s’addorme.
4 febbraio 2010 – un’amica –
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Guglielmo Bertarelli “el Duca” negli anni ’70 e ’80 firmava le sue opere Willy Bertarelli
7 gennaio 2010 – un’amica
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Piccole gemme incastonate nel Parco Nazionale dello Stelvio – Montozzo
Le opere dello scultore Bertarelli “el Duca” sono delle piccole gemme incastonate nel Parco Nazionale dello Stelvio, in questo caso sul Montozzo.
Queste opere si integrano e si amano con la natura e con la montagna che è stata testimone di grande dolore, di paura, di guerra e di sacrifici di vite umane.
Montozzo, 30 agosto 2008 – un’amica
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” EL DUCA “
C’era una volta un piccolo “grande” ma lui non sapeva di esserlo.
Abitava ai piedi delle Dolomiti nelle Giudicarie, perchè lì era nato.
Lo scultore poeta della montagna, deriso dagli ignoranti, quando ancora giovane proponeva le sue opere nei paesi montani a lui cari, dove l’unica preoccupazione della gente era solo quella di avere un po’ di polenta nel piatto, primaria necessità, dove la gente contadina conosceva solo ciò che era materiale e canzonava la sua poesia, calpestava la sensibilità e la delicatezza del suo creare, delle sue opere.
Questo scultore che, solo chi ama l’arte e porta con sè un bagaglio di grande esperienza di vita, riesce a leggere oltre la crosta spessa che è cresciuta su di lui nel tempo per tenere racchiuso gelosamente difendendo nel tempo le liriche, che pian piano vengono partorite a prova degli ignoranti.
Ora “el Duca” non deve più temere, ora può urlare al mondo intero la sua libertà di espressione, dal suo intimo ora nascono le opere più belle, quelle che per anni sono state custodite con gelosia e soffocate, ora vengono partorite e mostrate a tutti!
Anche quei poveri ignoranti che tanto hanno deriso questo “essere” di grande valore umano e di interpretazione, ora capiscono che forse avevano sbagliato, che oltre alla polenta c’è la poesia che ti porta a vedere il bello dell’anima, ti aiuta a crescere e a renderti felice…….
“Tutte le forme più alte dell’arte hanno cercato di riconoscere in un viso, in un moto del corpo, in uno sguardo levato al cielo, la chiara impronta dell’anima e soltanto in questo sforzo di trasumanazione hanno raggiunto il loro fine”
10 Marzo 2008 – un’amica