Critica d’Arte Milano 30 novembre 1981
Un quadro di Bertarelli non è soltanto uno spazio delimitato da una esigenza estetica, ma una finestra aperta attraverso la quale la fantasia di chi guarda si sbriglia verso visioni libere e senza meta.
La sua può essere definita “Pittoscultura” che, muovendo da un supporto a volte levigato, a volte scabro punta verso sempre diverse prospettive di linee ora morbide ora cristalline, sganciate da ogni costrizione, sottointendendono una euritmia di rilievi e di spazi.
Volute aeree e plastiche le sue, che appongono lo sguardo ed invitano al sogno mediante una tecnica nuova, riluttante al conformismo tradizionale ove la materia sa librarsi in movimenti quasi voluttuosi, per identificarsi nella concezione onirica dell’autore. Un dipinto di Bertarelli si può sfiorare anche con le punte delle dita e, attraverso il tatto potremmo sentire esalare pensieri, visioni forse sepolti nel subconscio: un invito a far rinascere quella fonte inesorabile di fantasia che troppo spesso minaccia d’inaridirsi. Nell’opera del Nostro c’ è sempre qualcosa che ci lega al suo estro creatore: Egli sa estrinsecare coi suoi anche i nostri sogni.
firmato Alma Serena Guolo – critico d’arte
Critica scritta da Ama Serena Guolo dopo aver visitato una personale di Bertarelli a Milano nell’anno 1981.